Fiaba Medioevale

La vidi, era lì, vicino a quel ruscello, lo guardava e lo alimentava con le sue lacrime. Il suo fascino era amplificato da quelle lacrime, che sgorgavano piano su quel viso, talmente bello, da non meritarsi la minima sofferenza. Doveva viver nel sorriso ed io lo coglievo, come si coglie la bellezza di una margherita in mezzo ad un campo d’erba in primavera. Mi avvicinai e le chiesi:

“Cosa non va, bella pulzella?”

Mi rispose:

“Non riesco più a sognare. Un drago mi ha portato via il dono dei miei sogni. I miei castelli sono crollati e la mia terra è brulla e devastata

Io cavaliere errante, la guardai, come mai avevo guardato nessuno. Le mie palpebre battevano al ritmo del mio cuore, alla vista di quegli occhi temporaneamente cupi:

“My lady, fidati di me, guardami e vieni con me. Il drago è andato via, lo so. Se ti fidi di me, ti condurrò dove nessuno mai ti ha portato. Ti porterò nella terra dove i sogni sono più vividi. Una terra dove non sei mai stata. Dove potrai vivere e sorridere a colori come non hai mai fatto prima. Devi solo fidarti di me. I castelli li costruirò io per te. Io li chiamerò castelli, ma tali non saranno. Saranno rifugi dalle variopinte pareti e dalle stravaganti forme e dalla strabiliante bellezza. Saranno come te, rispecchieranno  il tuo animo. Lì andremo, quando la pioggia sarà forte. Saranno le nostre terre, dove giocare e viver a colori. Saremo lì, noi stessi in tutto e per tutto. Sorridi ora e prendimi per mano. Riempi il cuore delle tue lacrime e con il suo filtro trasformale in gioia. Non voglio regalarti oro, gioielli, diamanti, ma sorrisi ed esperienze che ti riempiano l’animo”

Mi guardò e mi rispose:

“Cavalier gentile, questo è il tuo sogno, ma i miei sogni dove sono? Sono persi forse per sempre. Il drago è vivo anche se lontano e li ha portati con sè”

Fu così che dal mio mantello, tirai fuori uno scrigno fatto dei suoi sogni e che le apparteneva. Glielo restituì. Avevo sconfitto il drago in quel mentre.

Lei sorrise, riprese a sognar per i suoi sogni. Mi prese per mano e mi seguì verso quelle terre colorate e lontane. Le nostre terre.

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