Storia dei precari di vita

Nasciamo precari nell’anima. Da bambini viviamo senza prospettive, preoccupandoci solo dell’oggi. Viviamo le emozioni che ci circondano, senza pensieri. Non abbiamo responsabilità. Crescendo, le responsabilità aumentano e con esse programmiamo il nostro futuro o per lo meno, cerchiamo di farlo. Un precario non può programmare, vive come un bimbo imprigionato nella sua insicurezza e determinatezza. Alcune volte questa precarietà , si traduce in una leggerezza estrema. Non sempre è male, vivere giorno per giorno. Altre volte è dura, con contratti che durano pochi mesi, non riuscire a vedere quando si potrà avere una vita propria, una casa, una famiglia. I precari, dopo l’università , che rappresenta il punto della programmazione per eccellenza, si abituano a vivere minuto per minuto. Lottano contro le peripezie di un lavoro instabile. Lavoratori, spesso di serie B, vivono il mondo come se il domani fosse degli altri e non di se stessi. Li vedi camminare nel mondo con moto ondoso, come ubriachi, che non hanno il quadro della situazione. Eppure, in realtà ballano e combattono al ritmo dei movimenti del mondo. Li vedi ridere delle proprie peripezie e dei loro guai. Ma alla fine siamo precari, nel cuore, anche se precari nella vita non lo siamo più. Viviamo in un mondo che ci offre possibilità infinite, cambi di situazioni, agi e sfarzi non consentiti ad altre generazioni. Nella crisi di noi stessi, viviamo nel precariato delle nostre vite. Sfruttiamo i nostri talenti a strattoni, un po alla volta. Non sempre siamo abituati a dare il massimo. Precari di vita, saremo sempre anche tra 40 anni, perchè così è la vita e non è detto che questo sia sempre negativo. I precari di vita, sanno adattarsi meglio ai cambiamenti. I precari di vita, volgono lo sguardo a quello che gli altri spesso non vedono. I precari di vita, non possono permettersi di vivere nella routine della loro vita e di conseguenza non possono permettersi di scappare da se stessi. I precari di vita, sono soldati che rappresentano il ritratto della vita stessa.

Udito – Musica consigliata: Vangelis – conquest of paradise

Gusto: limone

Olfatto: odore di bruciato

Tatto: foglio di un contratto precario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *