La lunga linea rossa

Vittorio camminava su per le strade della mia città, accompagnandomi, quando ero piccolo, ovunque volessi andare. Mi prendeva in braccio è sorrideva con me, raccontandomi storie fantastiche, piene di visioni. Che bella giovinezza è stata con lui. Vedeva con gli occhi di un gigante, il mondo dell’alto. Da lì era capace di carpire i più piccoli dettagli che lo circondavano. Farfalle notturne assopite in quell’anfratto buio, variazioni di colori del mare al tramonto. Me li faceva notare ogni volta, insegnandomi l’importanza dei particolari. Porto con me questa filosofia dell’osservazione, in ogni cosa che faccio, grazie a lui. La vista per lui era la cosa più importante. Oggi, Vittorio continua a farsi lunghe passeggiate con me. Lui ,il suo lungo bastone ed il solito sorriso splendido, che ti riempie gli occhi. Che bello che è, nel suo incedere elegante. Sembra un principe e per me, in realtà lo è.

Vittorio è mio nonno e la sua capacità di percepire il mio spirito, non è mutata nonostante abbia perso la vista da più di un anno. Anzi è stata amplificata. Coglie i segnali delle mie gioie e sofferenze, prima ed in maniera più forte. L’altro giorno mi ha detto una cosa che mi ha dato seriamente da pensare:

“Nipote mio, da quando sono diventato cieco, vivo meglio. Vedi la lunga linea rossa che ho davanti? So che è rossa, perché me lo hai detto tu e me la ricordo”

disse scherzando

“Questa linea rossa mi guida nel mio percorso, mi segnala se ci sono degli ostacoli. Non mi fa perdere, non mi fa deviare. Ora, come quella linea rossa, la mia cecità, ha ampliato la mia percezione del mondo. Mi consente di concentrarmi meglio e di non farmi distrarre dalle visioni tentatrici ed ingannatrici della vita. Vedi nipote mio, oggi vedo meglio la luce dentro di me. Vedo l’essenziale e questo mi consente di cogliere, pienamente,  quello che voglio. Oggi vedo di più di quando avevo la vista

Il suo sorriso pieno, mi riempì il cuore ancora una volta. Ogni tanto provo a chiudere gli occhi ed a camminare, facendomi trainare, nel percorso, dalle mie percezioni.  Sbatto su qualche spigolo  e mi muovo a tentoni ed in maniera incerta. Ma sto imparando. Quando riuscirò a muovermi, cogliendo ogni minimo particolare di ciò che mi sta intorno, senza utilizzare la vista, avrò altri sensi, altri mondi interiori, che mi renderanno la vita migliore. Questo è l’insegnamento di mio nonno cieco, dalla vista acutissima.

Udito – Musica consigliata: Ludovico Einaudi – Night

Gusto: latte

 Olfatto: arancia

Tatto: foglio braille

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *