Volano le stelle sui nostri volti diversi e uguali.
Ancora liberi i pensieri come corvi bianchi,
con le libellule, giocano.
Le lucciole illuminano i volti di coloro che furono.
Si scorgono i fari di coloro che spunteranno nel buio della notte.
Volti nuovi e presenti si stagliano,
come alte montagne sui nostri universi.
Sono montagne di cartone o di solida roccia?
La paura li trasformerà in ologrammi dai mille colori.
Le luci circondano gli occhi di coloro che vorranno vedere.
Cadranno i veli delle scientifiche gestanti
La razionalità verrà meno,
mentre una lacrima calerà come ruscello
sul mare dei raggi di sole.
Navigano le nostre membra su queste acque chiare.
Feste ci faranno gli animali dai maculati mantelli.
Ancora presenti ed insistenti
sono i nostri fantasmi buoni e cattivi.
Non dormiremo in quelle notti.
Quando le aurore si solleveranno nei nostri cieli,
vibreranno le note di antiche genti guerriere.
Il giubilo finalmente ci sarà.
Saremo tutti liberi, strapperemo le catene
che ci incatenano gli animi.
Vivremo, vivremo veramente,
nel presente, nel passato e nel futuro dei nostri piccoli grandi sobborghi interiori.
Vivremo, vivremo, vivremo ancora, mille volte.
Udito – Musica consigliata: Antonio Vivaldi: Le quattro stagioni: La Primavera
Gusto: salmone
Olfatto: limone
Tatto: catena