Anima riflessa all’infinito

Lucy era una donna ossessionata dalle risposte, cercava di darle a tutte le domande che le persone si ponevano. Era il suo mestiere, quello di orientare e dare risposte agli altri e si impegnava per trovarle. Era anche brava. In tempi diversi, ci riusciva sempre a trovare il grimaldello per trovare la soluzione ai problemi degli altri.  Erano anni che viveva da sola e nel suo mondo di risposte ci sguazzava beatamente. Eppure nella sua ossessionante ricerca, incominciava a cogliere uno strano turbamento. Non capiva le motivazioni e per la prima volta aveva difficoltà a trovarne risposta. Forse perché, quando le risposte bisogna darle a se stessi, è tutto più complicato, più nebuloso, perché ti riguarda e sulle cose che ti riguardano è difficile mantenere l’oggettività. Non era una persona molto sociale e non parlava mai dei propri turbamenti, se non con la nonna che la aveva cresciuta, ma che viveva a 500 km di distanza da lei.

Un week end, finalmente un po’ più libera, decise di andarla a trovare. Alla vista della sua tenera nonna, il sorriso le si apri. Gli odori della pasta fatta in casa, le grida dei bimbi nel parco di fronte, l’accarezzare quel cerchio con cui giocava da bambina, tutto le ricordava la sua felice infanzia ed il tempo trascorso con quella gracile e forte donna, che era stata per lei il principale punto di riferimento. Il pranzo trascorse tra risate e rievocazione di vecchi aneddoti, di cui in alcuni casi aveva persino perso memoria. Al non ricordarsi di alcuni episodi la saggia nonna storceva il naso, ed abbozzava un sorriso tra il furbetto ed il pensieroso.

“che hai?” disse la nonna “non so come ti vedo”

Lucy : “Nonna, tu sei una strega buona, come hai fatto a capire che c’è qualcosa che mi turba?”

Nonna: “Vedi che conosco ogni tua espressione. Alla fine ti ho cresciuta io e per me basta osservarti per coglierti”

Quella gran furbona della nonna accennò un occhiolino sdrammatizzante:

“da un po’ di tempo mi sento turbata e non capisco perché. Do risposte al mondo intero e sono bravissima a darle, ma di questo stato d’animo non riesco a darmi spiegazioni” disse Lucy

La nonna l’aveva osservata per tutta la mattinata e pensò a quella affermazione. Le venne un illuminazione. La prese per mano e le disse:  “chiudi gli occhi e vieni con me”

Lucy con un sorriso forzato penso: “mi sa che l’età si sta facendo pesare. Ora che vuole fare?”.

La assecondò comunque, come fa una giovane e forte nipote con la fragile nonna.

La nonna la fece entrare nella sua camera da letto. Quante volte Lucy, l’aveva vista. Un vecchio letto degli anni 50, mobili di legno massiccio che emanavano un odore caratteristico che lei mai si sarebbe dimenticata.

La stanza non era grande, ma aveva una caratteristica, due specchi enormi uno di fronte all’altro. Era una tecnica per far sembrare la stanza più grande.

La nonna la lascio di fronte ad uno dei due specchi, ma non troppo vicino, in maniera da farle vedere la sua intera sagoma. Spense la luce ed accese una serie di candele di fronte a lei. La luce fioca e tremolante, investiva tutta la stanza ed un quasi inquietante silenzio le circondo.

“Apri gli occhi” disse la nonna. Lucy li apri. “Cosa vedi?” insistette la nonna.

Lucy stranita incomincio a rispondere, con la nonna che le stava affianco, le sue braccia erano incrociate e la guardava attraverso lo stesso, con un sorriso dolce.

“Vedo il mio volto, il mio corpo e ti vedo affianco a me con quell’espressione strana e la vedo ripetuta migliaia di volte sempre più piccola, sempre più piccola” disse scherzando.

La nonna abbozzo una risata e disse:

“Guarda meglio nello specchio. Ci siamo solo noi? Hai notato la foto di tuo nonno alla destra del letto, il letto, il dettaglio del comodino rabberciato da quando da bambina lo rompesti per giocare. Ti ricordi? Hai notato il ragno e la sua ragnatela al lato dello specchio, vicino a quella candela” e la indicò con il dito

“Ora” disse: “guardati di nuovo. Sei nella stessa posizione ed espressione di prima?”

Lucy rispose ancora più stranita: “No” ed incominciò a notare dettagli che quando era piccola notava e che da un po’ non osservava più di quella stanza

“Vedi Lucy” disse la nonna “ tu sei ossessionata nella ricerca della risposta alle domande che si pongono gli altri, ma ti sei fermata di recente a riflettere su te stessa e sull’importanza delle tue risposte? Ti dico di più. Sei proprio sicura che quello che cerchi sono le risposte. Non è che forse, prima di tutto dovresti cercare di porti le domande giuste? Lo sai che siamo in evoluzione e nell’evoluzione, anche le domande cambiano? Fermati ogni tanto e specchiati su te stessa. Confrontati anche con gli altri. Lo specchio di fronte a te è la visione della tua anima, ma se amplifichi il riflesso del tuo specchio con quello degli altri, che sono gli specchi che sono dietro di te, l’effetto sarà un caleidoscopio infinito e sempre più dettagliato di te stessa e tutto ti sarà più facile e chiaro. Oggi ti sei specchiata materialmente su questo specchio che vedi di fronte a te. Vedi lo specchio che è dietro di te e che riflette il tuo specchio? Quello è lo specchio della mia di anima”

La nonna sorrise in maniera più dolce. Aveva colto nel segno e se ne era resa conto.

Lucy sorrise di rimando, la abbraccio. Si senti stranamente un po’ più consapevole del suo percorso. Di quello che doveva fare per schiarirlo dalle nubi della velocità della vita quotidiana. La saggia nonna le aveva dato ancora una volta una bella lezione. E’ vero che spesso le apparenze ingannano. La nonna era ancora lucida e forte nonostante l’avanzare dell’età e la sua apparente fragilità fisica.

Consigli sulle modalità di lettura

Udito – Musica consigliata: https://www.youtube.com/watch?v=8LeQN249Jqw

Gusto e Olfatto: Pasta fresca al sugo della nonna

Tatto: Appoggiar la mano su uno specchio  

 

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