Patrick ed il senso della vita

Patrick viveva di parole, poesie ed emozioni. Il suo cibo era la luce della luna e del sole. Il suo cuore, batteva al ritmo dei passi della gente, che passava disincantata, vicino a lui. Patrick, riusciva a concentrare, dentro di sé, la luce di cui si cibava ed a sprigionarla, quando incominciava a parlare. Le persone si fermavano, incantate, ad ascoltarlo, appena apriva bocca. Aveva quella capacità di giocare con i suoni delle parole, classiche dei grandi attori, ma attore non era.

Viveva la vita, con la malizia di chi aveva capito, che il tutto arriva sempre a suo tempo e naturalmente, quando ti è destinato.

Eppure dentro di sé, aveva qualcosa che lo rendeva irrequieto. Era la voglia disperata,  di fare nuove esperienze, di vivere e scoprire, in ogni dettaglio, mondi nuovi interiori ed esteriori. Un suo cruccio, era sapere che non avrebbe potuto provare, tutte le esperienze del mondo, che non avrebbe potuto vedere, tutti i luoghi del mondo e delle anime che ci vivevano, in tutte le circostanze e stagioni. Se avesse potuto, avrebbe fatto durare, una giornata, 48 ore ed oltre. Dormiva pochissimo e sfruttava ogni secondo della sua giornata, in maniera costruttiva. Scriveva, perché voleva lasciare al mondo, anche una briciola di quello che provava. Voleva essere generoso e consentire a chi sarebbe venuto dopo di lui, in un’altra epoca, di avere l’idea delle sue esperienze e farli crescere anche all’ombra, dei suoi pensieri liberi. Il flusso scorreva sulla sua penna, ed il disperdersi dell’inchiostro su quel pezzo di carta, era come lo scorrere di un fiume in piena, destinato a finire, nel mare dei sentimenti del mondo. Non si controllava, quando scriveva. Ascoltava la sua musica e  parlava al mondo che lo abbracciava, di rimando. Voleva arrivare a tutti. Sapeva benissimo, che questo non sarebbe mai capitato, perché troppo variegata è la fauna di Gaia, nostra terra, organismo vivente. Ma questo obiettivo, era il propellente-benzina, che lo faceva correre, con la sua macchina-corpo, ad una velocità estrema. Aveva uno scopo ben chiaro e si sentiva fortunato per questo. Sapeva che ben pochi ,sono consapevoli di quello che vogliono dalla vita e c’era una cosa che diceva sempre ai suoi amici al riguardo

in fondo, vivere davvero, significa perseguire il proprio scopo, con tutta l’anima, fino alla fine dei propri meravigliosi giorni.

Udito – Musica consigliata: Gladiator – Now We Are Free

Gusto:  caffè

 Olfatto: inchiostro

Tatto: carta

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