Era una mattina d’inverno, alba livida. Gelida, la neve cadeva, mentre il sole, sembrava giocasse a nascondino tra le nuvole. Ogni tanto, timidamente, faceva capolino su questo mondo, facendo notare la sua presenza, con qualche raggio. Quella luce rendeva brillanti i fiocchi, che scendevano senza sosta.
Io ed il mio amico Frank, imbacuccati, ci guardammo negli occhi, con un sorriso stampato che si intuiva dalle trame, delle nostre sciarpe, ben allacciate al nostro collo e bocca. Uscimmo, con fatica, le nostre macchine fotografiche.
“Brrrrrr….Mamma, mia che freddo”
Frase scontata, che ripetevamo in continuazione, in quegli attimi. Forse, speravamo che questa frase, sfregata con il mondo, avrebbe creato tanto calore, da alleviare la sofferenza di quella temperatura rigida.
Era troppo bello, vedere il gioco di luci del sole, sul mare e sulla neve. Volevamo immortalare quel momento, a costo di perdere la sensibilità alle nostre mani. Era raro vedere la neve, tra l’altro, sul lungomare di Bari.
Il nostro occhio sul mirino, e la nostra mano sullo zoom. La pace ci colse, mentre ci divertivamo a fotografare, i meravigliosi spigoli, dei lampioni del lungomare, imbiancati, piuttosto che i frangiflutti, scossi dalle onde, stranamente tranquille. Vedemmo un gabbiano, che voleva tra la neve, che quasi ci salutava, con le sue ali spiegate. La città sembrava, accoglierci tra le sue braccia, in attesa di svegliarsi pigramente e svelava, nel suo silenzio, ogni suo minuzioso e segreto dettaglio. In questo gioco di zoom e di de-zoom, ci colse la “sindrome di Stendhal”, per quel bellissimo posto. Le nostre macchine fotografiche, ci avevano consentito di zoomare sul nostro cuore, amplificando le nostre sensazioni, al punto, da farle esplodere in colorate e fortissime emozioni.
Fu lì, che capimmo quello che ci disse il nostro maestro fotografo
“Sai quando sarete veri fotografi?”
Ci ripeteva sempre.
“La fotografia entrerà permanentemente e profondamente nel vostro animo, quando noterete ogni minimo dettaglio del mondo, che vi circonda. Li, la macchina fotografica, diventerà il vostro occhio privilegiato sul mondo. L’angolo di visuale diverso, da cui vedere la vita e ciò che la circonda. I veri fotografi, hanno una marcia in più, perché in ogni situazione di vita, hanno la capacità di zoomare sui dettagli, senza perdere il senso generale delle cose ”
Fu proprio, in quei momenti, su quel lungomare, che capimmo che quei fiocchi di neve, ci avevano battezzato a nuova vita. La vita del fotografo vero.
Udito – Musica consigliata: London Grammar – If You Wait
Gusto: neve
Olfatto: mare
Tatto: neve