Avventure reali e surreali di un viaggiatore solitario a Berlino – parte 1

Questo ed i prossimi due articoli, sono dedicati al Prof. Bissanti della Facoltà di Economia – Università di Bari- Dipartimento di Geografia. Un uomo eccezionale, umile ma dalle conoscenze profonde. Il primo che mi ha insegnato la differenza tra spazio reale e percepito. L’unico professore universitario che ho conosciuto capace di rompere il protocollo e fare lezione con musica “ambient” di sottofondo. Ci sono molti presunti maestri di vita al mondo. Tu per me, lo sei stato veramente nel periodo in cui ti ho incrociato. Grazie professore.  

Lo scopo di Scrittura in libertà è raccontare storie o ingegnare poesie che possano far riflettere o lasciare un emozione. Nella maggior parte dei casi, sono storie derivanti dalla mia fantasia. Oggi e per le prossime volte, però voglio fare qualcosa di diverso. Raccontarvi una storia vera. Quella delle avventure reali e “sur-reali” di un giovane barese in giro da solo a Berlino e dintorni.

Troverete, si, utili suggerimenti per visitare la città, ma quello che vorrei riuscire a fare, è cercare di trasmettervi, soprattutto, parte del mio viaggio “emozionale”. Cercare di farvi capire che cosa si prova a visitare alcuni posti di Berlino, spesso poco conosciuti dagli italiani. Ne ho quasi avvertito l’esigenza, soprattutto alla fine del secondo giorno. Capirete nelle prossime puntate perché.

E’ il mio primo viaggio totalmente da solo e devo dire che lo aspettavo con ansia. E’ una bella sfida ed una forte esperienza che volevo fare da un po. A posteriori vi dico:

“Fatevi almeno una volta della vita un esperienza del genere. Viaggiate da soli. Sperimentate la libertà di vagare in solitaria in una grande capitale europea. Tuffatevi senza paura in questa esperienza. Non programmate troppo il viaggio”

Al contrario di quello che pensa qualcuno, la mia filosofia in questi casi e’ non informarmi troppo. Mi fisso dei luoghi “must” da visitare e poi decido lì, cosa fare di altro. Cerco di farmi sorprendere dai posti. Dai vicoli che trovi per caso, in queste città. Vedo dei dettagli o posti che mi ispirano e seguo il flusso. Ovviamente questo significa, spostarsi il più possibile a piedi. Organizzarsi così e da soli, secondo me e’ un esperienza senza pari.  Scusate la divagazione, dovuta, pero’.

Venerdì pomeriggio, pre-partenza. Della serie

“faccio tutto da solo”

decido di prendere la navetta dalla stazione centrale di bari (ferrovie nord barese). L’aereo e’ alle 17 circa. Alle 15 c’e’ il treno. Mi dicono che parte dal binario due. Con aria di smarrimento, mi trovo due treni sullo stesso binario.

“Apposto, iniziamo bene. In italia siamo precisi con le indicazioni”.

Meno male che chiedendo ad un paio di persone, “azzecco” il treno. Sospiro di sollievo. La navetta, a parte tutto, e’ comodissima. In 18 minuti sono in aeroporto. Incontro per caso, degli amici li, che stanno prendendo lo stesso volo. L’aereo e’ stracolmo.

Ore 19.45 l’aereo Ryanair atterra a Berlino dopo due ore di volo. L’Aeroporto e’ Schonefeld (vedi immagine sotto e punto 1 mappa), fuori Berlino a sud. Appena uscito dall’aereo, ho un primo assaggio di che significa andare a Berlino di Febbraio. Vento gelido, temperatura sotto lo zero.

“Ma chi me lo ha fatto fare. Ho anche dimenticato i guanti a Bari. Ma e’ risaputo che sono pazzo “

Intirizzito dal freddo, alzo il cappuccio del giaccone, per tenermi caldo e non mi perdo d’animo.

“Vabbé rimedierò”

Della serie, se andate a Berlino a febbraio. Consiglio scontato. Abiti pesanti, berretto, GUANTI e sciarpa. Non fate come me. Controllate di averli in valigia. Con i miei amici trovati per caso a Bari, cerchiamo un info point, che e’ li’ a poca distanza dalla uscita della zona arrivo dell’aeroporto. Ci accoglie una gentile signora, che parla stranamente italiano. Chiediamo la Welcome Card per tutte le zone di Berlino (a/b/c). Io per quattro giorni. I miei amici hanno altre esigenze. 35 euro per me ed il problema trasporti a Berlino e’ risolto. Per quattro giorni posso prendere tutti i treni, bus, metropolitane, tram per Berlino e dintorni, per tutte le volte che voglio. In più ti regalano mappa e guida di Berlino in inglese. Ci sono diverse soluzioni a prezzi contenuti.

Sono oltre le 20 ed io ed i miei amici ci guardiamo attorno. Loro devono prendere la metropolitana ed io, un treno. L’area della metropolitana/stazione è 400 m circa, di fronte all’aeroporto. Bisogna farsi un piccolo tratto all’aperto. Il che significa, freddo e gelo, in questo periodo. Ma mi devo abituare. Del resto ho voluto la bicicletta. Quindi pedalo. Saluto i miei amici e salgo verso la zona dei binari dei treni. Altra aria di smarrimento.

Ora che treno devo prendere?

Solito e semplice cartellone a due passi con gli orari di arrivo e partenze. Devo arrivare alla stazione di Zoologischer Garten (vedi punto 2 mappa ed immagine sotto). A sud ovest di Berlino. L’albergo che ho prenotato è a poca distanza da lì. I treni possibili sono della linea RB14 o RB7. Niente di diverso da noi. L’ RB 14 e’ la navetta stazione- aereoporto.

Ore 20.15 .  il prossimo treno e alle 20.44 (RB7).

Io sono imbacuccatissimo. Intorno a me, italiani pochissimi, ma spagnoli quanti ne vuoi. Mi fisso con uno di loro e ci sorridiamo con sofferenza. La scena e’ quasi comica. Della serie fa un freddo cane e noi latini mica siamo abituati.

Non sa che vengo da bari e che li qualche settimana fa giravano per le strade i pinguini. Evidentemente non ne avevo abbastanza, del freddo.

Ore 20.44 il treno arriva puntuale. E’ pieno. Posti a sedere, manco l’ombra, ma non e’ un problema per me.

Il vociare di un ragazzo spagnolo che parla con i suoi amici, e’ una costante di quasi tutto il viaggio verso Berlino. Un uomo italiano di 50 anni circa, lì vicino a me, con accento del nord scherza con la moglie.

“Ma questo non smette mai di parlare”

Non molti avevano parlato tra di loro nelle vicinanze, ma dalla reazione alla battuta, capisci immediatamente chi e’ italiano e chi no.

45 minuti circa ed arrivo alla stazione di Zoologischer Garten (vedi punto 2 mappa sotto). Ora mi devo orientare per arrivare all’albergo, con la guida che ho a disposizione. Ho un senso di orientamento pessimo ed ovviamente incomincio a non trovarmi. Altro.panico? Per fortuna no. Chiedo ad una signora indicazioni sulla strada dove devo andare.

“Sembra mia zia” penso “solo che e’ bionda”.

Con mia sorpresa, io che sono un gran cesso con l’inglese,  riesco a farmi capire ed a capire che mi dice. Devo girare a sinistra verso una chiesa, su cui mi informo successivamente. E’ dedicata a Gugliermo I. Viene soprannominata il “dente bucato” (vedi punto 3 mappa ed immagine sotto). Distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, si è deciso di non ristrutturarla e lasciarla diroccata in memoria della guerra . Negli anni 60 ne e’ stata costruita un altra, in versione moderna, suddivisa in più strutture, che quasi circondano la chiesa storica. Sulle facciate della chiesa, risalenti al 1890,  sono stati montati orologi a led verde, enormi. La piazza intorno e’ bella grande ed ho un primo impatto serio con Berlino.

Noto immediatamente le tre anime che, secondo me, sono prevalenti a Berlino.

La prima e’ quella del tardo 1800, un po elegante e borghese, in contrasto con una modernità sfrenata a cui Berlino sembra tendere. In alcuni casi, anche un po esagerata per il mio gusto.

Mi sembra quasi che un omone (la parte moderna) con la voce grossa, tenti un po di sottomettere e prendere a pugni, l’omino, con la voce piccola, della parte classica borghese, che e’ comunque presente. Questo scontro tra questi uomini immaginari, sembra una costante di alcune delle più importanti piazze di Berlino.

La terza anima è quella della memoria della seconda guerra mondiale e relative conseguenze (muro di berlino).

Non ho mai avvertito cosi forte l’ “aria” di questo evento come a Berlino. Del resto e’ normale, conoscendo un po la storia. Tutto intorno alla piazza, negozi enormi, centri commerciali e una scritta enorme “Vapiano”.

Non e’ un monito, anche se in effetti trottavo abbastanza velocemente in quel momento, ma una catena di ristoranti italiani che scopro successivamente, andare  molto a Berlino. Mettiamola cosi. In questa zona non muori di fame. Ristoranti dappertutto, di tutti i generi. Quelli italiani vanno pero per la maggiore. E’ un continuo di “pizza”, “pasta’, “piccola taormina” etc.

Voglio assicurarmi che mi sto orientando bene. Cerco di chiedere informazioni ad un signore che mi sta venendo incontro in piena piazza.

“Excuse me”

faccio. Niente, lui mi passa davanti e non mi guarda neanche negli occhi.

“Simpatici sti tedesci”

penso.

Il freddo mi gela il naso, ma sub-odoro comunque che sono sulla strada giusto. Eccola Joachimsthaler  Strasse (vedi punto 4 mappa sotto). Il mio albergo e’ in una traversa. Cammino ed incontro negozi e hotel a ripetizione. Sono all’altezza della traversa dell’albergo ed il mio famoso ed impeccabile senso dell’orientamento mi frega ancora. Prendo la direzione opposta all’albergo. Non è un problema. E’ piacevole perdersi nei vicoli poco illuminati di questa zona. La poca luce, le foglie degli alberi a terra, non fanno altro che accentuare la bellezza dei palazzi di fine ottocento dei vicoli.

Un piccolo giardino di fronte a me. Una struttura bassa e moderna al suo interno. E’ l’Università di Kunste  (Facoltà di Musica) (vedi punto 5 mappa ed immagine sotto). Mi sembra sia l’ultima resistenza dell’omone che vuole prendete a pugni l’omino borghese. La struttura e’ carina, illuminata anche da lanterne sugli alberi.

Le osservo vicino ad un cartello che mi ricorda  che c’è la  Berlinale. Altro motivo per venire a Berlino a febbraio. La mostra del cinema di Berlino è in piena attività.  C’e’ un bel movimento. Lo Zoo-Palast (vedi punto 6 mappa ed immagine sotto), dove si tiene la rassegna, è proprio vicino alla piazza, che ho lasciato qualche minuto prima.

L’atmosfera è un po “noir” ed il piccolo omino borghese ed elegante berlinese di fine ottocento, può finalmente esprimersi liberamente, nascondendosi in queste strade. L’omone moderno è poco distante, eppure stranamente lontano.

Mi accorgo di aver sbagliato strada, quando arrivo all’unico luogo che avevo fissato come “must ” del giorno. So essere nella direzione opposta all’albergo.

Fasanenplatz e Fasanenstrasse. Che cosa hanno di speciale questa strada e questa piazza? Niente. Zona di negozi e abitazioni dell’ ottocento, come le altre nei dintorni. Ma mi chiamo Fasano di cognome e le foto ed il giro ci stanno tutti. La piazza e’ piccolina e carina. Mi soffermo sui dettagli dei palazzi della piazza. Gli appartamenti sono senza tende ed è possibile dare una sbirciatina a quelli più bassi. In uno di questi, un ragazzo si sta beatamente godendo una bevanda calda guardando dalla finestra, non calcolandomi minimamente. Come giusto. Volte alte, arredamento d’epoca. Sembra un appartamento stupendo, soprattutto se ti piace il genere. Lo guardo con invidia. Le mie mani, senza guanti, gridano

“Pietà”.

L’umidità mi e’ entrata decisamente nelle ossa, ma l’odore di terreno umido della piazzetta e’ piacevole. L’atmosfera si fa sempre più cupa, ma non spaventa. Mi giro e noto un palazzo con  una luce rossa all’interno di una finestra. Un albergo.

La luna spunta tra le nuvole, proprio sopra di esso. Ci manca che svolazzino i pipistrelli e che spunti il Conte Dracula, da una finestra dell’albergo ed il quadro e’ completo. (vedi immagini sotto di notte e di giorno)

Sono le 22 passate ed è giunta l’ora di godermi un po di meritato calduccio. Mi avvio in direzione dell’albergo, ma prima di arrivare, mangio una cosa al volo in un locale vicino. Arrivati all’albergo di nome “Metropolitan” (vedi punto 7 mappa sotto). Mi accoglie una ragazza appena sopra i vent’anni. Gentilissima. Mi da le chiavi della stanze e del wifi compreso nel prezzo. Pago 45 euro al giorno. La stanza è al terzo piano e continuando nell’atmosfera noir, è in un palazzo dell’ottocento con corridoi stretti e lunghi che si diramano dappertutto. La mia stanza è alla fine di uno di questi corridoi.

“mi servirà il filo di Arianna per trovare l’uscita, domani”

penso scherzando.

Entro in stanza. Sara un 6 m per 4 m, compreso il bagno. Piccola giusto per farci entrare un letto singolo. Moquette a terra. Armadio un po distrutto, come il resto degli arredi. Il bagno? Tutto di piastrelle bianche. Mando le foto ad alcuni amici. Il commento è

“che è, il bagno dei matti?”.

In affetti, il bagno fa un po film “saw – l’enigmista”. Per rimanere nel tema. Se siete un po fissati per la comodità e la bellezza delle stanze, evitatelo. Per me non ci sono problemi. Ci devo solo dormire. Il letto è comodo. E’ arrivata l’ora di andare a nanna. Avrei fatto un altro giro serale, se fossi stato in compagnia e se la temperatura fosse stata migliore, ma preferisco riposarmi per la giornata successiva. Sarà ricca di emozioni ed è il vero motivo per cui ho deciso di raccontarvi il mio viaggio solitario a Berlino. 

 

TO BE CONTINUED

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